Chi è

eLENA

Nel valorizzare al massimo le possibilità espressive e materiche del colore, congiunte alla libertà del gesto compositivo e progettuale, autentica ipersensibile, Elena Pazzaglia (Urbania, 1989) – architetto, in arte LenaLaPazz –, concretizza i suoi variegati lavori in un gioco serio tra pensieri intricati e tratti decisi, “progetti emozionali”, affrescati con le sfumature di un’anima creativa e camaleontica, tessute da due città in cui ha vissuto e che oggi caratterizzano i suoi lavori: Firenze e Istanbul.
Poco dopo la sua laurea, le convenzioni dettate dalle norme si fanno gabbie per la sua esigenza di comunicazione artistica basata sulla libertà espressiva, sfociando in quelle che l’artista definisce “crisi dell’anima”, alternanza tra momenti definiti dalla china pregni crudo pragmatismo architettonico, a momenti, all'opposto, leggeri, di estrema libertà declinata in varie forme artistiche. Dicotomia che oggi caratterizza la sua camaleontica attività artistico progettuale, concretizzandosi in una varietà di forme espressive dagli interni alla composizione architettonica, dalla land art al murales, dall’incisione alla grafica, dalla tela alla ceramica, dalle performance alle istallazioni artistico culturali sino alla scrittura creativa e ai workshop. Progetti diversi ma tutti uniti dalla ricerca costante di un senso delle cose.

Attraverso la progettazione di spazi di interni, quadri di varia dimensione, mondi disegnati a china, acquerelli o con grafica digitale, attraverso performance, workshop creativi, scenografie o installazioni pure e vibranti, con il suo approccio creativo legato al sapere compositivo progettuale cerca di creare “uno spazio che va oltre”, spazi di proiezione per emozioni intime e senza limiti in cui il gesto concreto tende alla ricerca dell’atmosfera e dell’anima delle cose.

Tra cromoterapia e simbolismo onirico, il gesto progettuale è sempre proiettato all’indagine e alla ricerca di una sintesi possibile, una vibrazione che possa trasmettere dunque una nuova possibile frequenza sensibile ed esperibile che chiunque possa vivere.

 

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BIO. PER CHI HA PIU' DI UN MINUTO.

BIO. PER CHI HA PIU' DI UN MINUTO.

Elena Pazzaglia, in arte LenaLaPazz, nasce nel 1989 ad Urbania (PU), paese a pochi chilometri da Urbino, dove è tornata a vivere negli ultimi tempi dopo gli anni vissuti a Firenze e ad Istanbul.

Architetto ed Artista, intreccia questi due mondi nelle realizzazioni delle sue opere, siano esse opere d’arte, siano progetti di architettura. Per lei arte ed architettura sono un binomio inscindibile ed indivisibile. Tramite la penna a china, traccia i contorni del suo “mondo possibile” sin dalla più tenera età. A diciotto anni inizia ad esplorare l'infinita gamma di possibilità offerta dalla propria fantasia tramite il colore ma è nel perdurare di questo processo, durante gli anni di formazione universitaria, tra Firenze ed Istanbul, che la china da schizzo si fa progetto, architettura, composizione, determinando un percorso di crescita sia tecnica che di “struttura” poetica.

Dal 2012 al 2017 ha collaborato presso lo studio di architettura KPM ( Kerem Piker, ex EAA founder) di Istanbul con cui ha ricevuto diversi premi, presso lo studio di progettazione fiorentino di Arch.Carlo Graf Von Rex oltre a collaborare con l’architetto e docente Luca Barontini a vari progetti tra cui la realizzazione della pubblicazione della sua tesi di laurea “KIKRCESME SOUND LINE”(2018) e laboratori di composizione architettonica all’Università di Firenze.

Nel 2017 è autrice della pubblicazione “Urbino Istanbul” (Rotary/Unesco), un prototipo di studio delle città trasposte in chiave sonora che da archirtettura si fa spartito architettonico tornando poi musica, l’origine, grazie alla collaborazione con il Rotary di Urbino e l’Unesco, con cui collaborerà ad altri progetti insieme all’Arch.Alessia Romani e all’Arch.Roberto Imperato. Nello stesso anno è curatrice della mostra “Compositio Urbino”, svoltasi nelle scuderie del Palazzo Ducale di Urbino (DATA) e partecipa al concept design per il padiglione Turchia per la Biennale di Venezia 2018 in collaborazione con lo studio KPM architecture di Istanbul. Fonda insieme ad altri il giovane studio di architettura studioTOTALE a Firenze con cui si fa notare per l’interior design artistico a tutto tondo realizzato per il wine bar Buca10, in collaborazione anche con l’Arch.Claudia Cavallo, per la Braverja, Urbania, e per altri progetti e concorsi d’architettura svolti ( www.studiototalefirenze.it ). Studio di architettura, interior  e concept design, nonché workshop e grafica, autocostruzione, composto insieme all’ Arch. Andrea Pazzaglia, Arch. Alessio Orrico e Arch. Marco Nucifora, attualmente ciascuno occupato in diversi progetti nazionali e/o internazionali e di crescita personale, filosofia cardine dello studio.

Sempre nel 2018 con lo studioTOTALE partecipa a vari progetti tra cui dedicandosi anche all’autocostruzione, progettando,diregendo e costruendo insieme a dei volontari “Doctor House”, una casa in terra cruda realizzata in Tanzania in un villaggio masaai. Nel 2018 tiene anche dei workshop alla Biennale di Venezia, nel Padiglione della Turchia con tema Carlo Scarpa. Partecipa alla “Tirana Calls for Artists” relizzando un murales a Tirana da cui nascerà un importante articolo di giornale “Armonia”. Dal 2018 al 2020 svolge il ruolo di ricercatrice in composizione e progettazione presso l’Università di Architettura di Firenze per un progetto Europeo Sperimentale e già in precedenza è stata cultrice della materia in alcuni laboratori di progettazione per l’importante docente Prof.ssa Arch. Maria Grazia Eccheli.

Nel 2020, insieme alla collaborazione di ELMENOR eventi, realizza due eventi artistico-culturali che la vedono alla direzione artistica, scenografia e grafica, oltre ad eseguire anche una performance e istallazioni, tra cui “Escargot d’Art” , Urbania (PU) e “Levitate”, Piobbico (PU). Evento in cui realizza una perfomance di land art tributo all’artista Christo e alle vittime covid nelle Marche, performance che diventerà anche “oroscopo dei gemelli di settembre 2020” in una noto oroscopo tenuto nella rivista cartacea dell’importante astrologo Marco Pesatori.

Nel 2021 è curatrice artistica di un progetto di visual-art ispirato all’opera poetica “Pelle di Spine”, del poeta Gastone Cappelloni, per cui realizza anche delle illustrazioni sul tema dell’aracnomanzia. Libro pubblicato in Italia con prefazione di Vittorio Sgarbi e anche in spagnolo in Argentina.

Nel 2021 espone alla collettiva “CarpegnArt – Artisti nel Montefeltro”, una delle mostre artistiche più significative del Montefeltro.

Nel 2022 collabora a vari progetti di progettazione, interni e interior yacht design per il noto Studio di yacht  Luca Dini Desing, Firenze.

A cavallo tra il 2023-24 propone una serie di nuove opere pittoriche intitolate “Pagine di Diario” ed opere con tecnica mista acquarello-china. Un lavoro di scavo interiore attraverso cui grazie all’ arte terapia personale racconta ed esprime con grande forza la sua battaglia contro la depressione vissuta nell’ultimo periodo ed il conseguente percorso di trasmutazione che la porta oggi a voler unire arte, interni e cromo-terapia integrando la visione architettonica a quella più creativa e spirituale.

Nel 2024 espone nella collettiva “Abstract”, ad Ancona, dove realizza anche una performance in cui mette in scena un atto psicomagico reiterpretando gli insegnamenti di Jodorowsky e Jung sul bambino interiore e nella collettiva “Sconfinate Visioni”, a Monte Cerignone, nell’ambito di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024.

La dicotomia che oggi caratterizza la camaleontica attività artistico progettuale di Elena, si concretizza in una varietà di forme espressive, dagli interni, alla land-art al murales, dall’incisione alla grafica, dalla tela alla ceramica, dalle performance alle installazioni artistico culturali sino alla scrittura e a workshop creativi. Progetti diversi ma tutti uniti dalla costante ricerca di un senso delle cose. Così, attraverso mutevoli sfaccettature, il suo approccio creativo legato al sapere compositivo progettuale cerca di creare “uno spazio che va oltre”, spazi di proiezione per emozioni intime e senza limiti in cui ciascun “segno reso manifesto” tende alla ricerca dell’atmosfera e dell’anima delle cose. Un simbolismo onirico in cui il gesto progettuale mira all’indagine e alla ricerca di una sintesi possibile, una vibrazione, una nuova frequenza sensibile che possa essere trasmessa, invitando lo spettatore a sintonizzarsi con “ciò che c’è qui e d ora ma anche oltre”, come i mondi che l'artista disegna fin da bambina.